L’Istituto di Istruzione Superiore “don Milani” di Rovereto è partner di un progetto Erasmus+ KA2 dal titolo “Kita digital – Digitalisierung in der frühkindlichen Bildung” (Asilo digitale – Digitalizzazione nel settore della prima infanzia), di cui è capofila la Germania e co-partner la Spagna.
Il Programma Erasmus+ prevede la possibilità di attivare dei partenariati di cooperazione transnazionale per il settore dell’istruzione scolastica, che offrono l’opportunità alle organizzazioni attive in questo campo (come scuole, associazioni, imprese, enti pubblici, organizzazioni della società civile etc.) di cooperare al fine di:
● attuare e trasferire pratiche innovative a livello locale, regionale, nazionale ed europeo;
● modernizzare e rafforzare i sistemi di istruzione e formazione;
● sostenere effetti positivi e di lunga durata sugli organismi partecipanti, sui sistemi e sugli individui direttamente coinvolti

Per l’IIS “don Milani” la partecipazione a questo progetto rappresenta una importante opportunità di ampliare la già fitta rete di contatti con la Germania, e di creare nuovi agganci con la Spagna, affinché gli alunni possano accedere ad esperienze lavorative nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro che consentano loro di potersi adattare al contesto europeo, che richiede l’acquisizione di competenze trasversali e di cittadinanza.

Martedì 09 novembre 2021 si è svolta presso l’istituto l’attività di formazione della durata di tre giorni prevista da progetto. Il progetto, di durata triennale, pone al centro le esperienze di utilizzo delle nuove tecnologie nel settore della prima e seconda infanzia. Esso è coordinato
dalla docente di Lingua Tedesca, prof.ssa Mariacarolina Leo, coadiuvata dai professori Daniele Robol, Karin Modesti, Martina Morandini e dalla psicologa dell’Istituto, dott.ssa Adriana Mania.
Già agli inizi di settembre i partner tedeschi e spagnoli erano stati ospiti in Trentino in piccolo gruppo per definire insieme ai partner italiani gli incontri e le visite da inserire nel programma di novembre.
Numerosi gli appuntamenti previsti nei tre giorni di formazione e i partecipanti coinvolti. I 29 ospiti (16 tedeschi e 13 spagnoli) sono stati accolti martedì presso l’auditorium dell’istituto dal Dirigente Scolastico, dott. Paolo Chincarini e, dopo una visita guidata in lingua tedesca e spagnola per illustrare le iniziative e le attività promosse dall’Istituto “don
Milani”, si è passati nel pomeriggio alle presentazioni dei relatori riguardo ai temi del progetto: le coordinatrici pedagogiche dott.ssa Sabrina Anzelini e dott.ssa Giada Agostini hanno presentato la realtà degli asili nido gestiti dalla cooperativa Pro.Ges. di Trento, soffermandosi in particolare anche sul percorso di inserimento dei tirocinanti nelle strutture e sull’iter di ammissione dei bambini con BES (Bisogni Educativi Speciali). Le responsabili dell’ufficio pedagogico-didattico del Servizio Attività educative per l’infanzia del Dipartimento Istruzione e Cultura della PAT, dott.ssa Monica Dalbon e dott.ssa Helene Giacomelli hanno invece illustrato le novità in ambito tecnologico presenti in alcune scuole dell’infanzia
provinciale, ovvero l’I-Theatre e l’UGAS (applicazione acronimo di Un Giorno A Scuola).

L’i-Theatre è un nuovo sistema interattivo per l’invenzione narrativa di storie multimediali dedicato all’infanzia, per bambini tra i 4-10 anni di età. Trasportabile e componibile, con un design che richiama la valigia-carretto del cantastorie errante, rappresenta un innovativo strumento per la narrazione. L’i-Theatre è progettato come strumento per supportare il
bambino durante tutta l’attività creativa: dalla predisposizione di personaggi e sfondi disegnando su carta con la tecnica preferita, al passaggio al formato digitale grazie ad una facile scannerizzazione, e la successiva creazione e condivisione del racconto animato.
Permette anche la registrazione delle voci e il salvataggio di brevi filmati, di lavorare sulla lingua straniera, la multimedialità, l’integrazione dei linguaggi, lo sviluppo delle diverse intelligenze e il lavoro cooperativo. I bambini sono protagonisti attivi e non semplici fruitori, mentre l’adulto educatore, è comunque presente, fungendo da guida e accompagnando i
bambini nel processo creativo e di scoperta.
L’ Ugas è invece un’app che permette la comunicazione famiglia-scuola migliorandone l’efficienza e coinvolgendo più da vicino i diversi attori facenti parte del processo educativo.
A seguire è stata la volta della dott.ssa Anna Peters, consulente pedagogica per le scuole materne del settore ‘politiche giovanili’ del Landkreis di Osnabrück, con una presentazione che ha fornito numerosi spunti di riflessione circa la biografia digitale (Medienbiographie)
che contraddistingue la vita dei bambini già in tenera età.
La dott.ssa Silvia Reiner, direttrice della scuola d’infanzia di Schelenburg (un piccolo paese a 15 km di distanza da Osnabrück), ha poi illustrato le caratteristiche e le potenzialità della App “Nembørn”, sviluppata per supportare le scuole materne da un punto di vista organizzativo e gestionale e in uso all’interno di numerose strutture dell’infanzia del
circondario di Osnabrück.


Il pomeriggio si è concluso con la testimonianza della maestra di scuola dell’infanzia Margit Rainer, da pochi mesi in pensione, che ha condiviso la sua lunga esperienza di lavoro con i bambini, con particolare riferimento alle tematiche oggetto dei precedenti interventi, sottolineando come i bambini abbiano maggiormente bisogno di relazioni umane, di
esperienze a contatto con la natura, di esprimere la loro creatività attraverso l’arte, il teatro, il disegno.
Apprezzatissimo da tutti i partecipanti il viaggio di mercoledì mattina a Tesero per l’illustrazione dei due progetti “Un’idea per Montebello” e “Robobimbi”, entrambi sviluppati dalla FPSM – Federazione Provinciale Scuole Materne – (il secondo in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler) e presentati, in questa occasione, dalla dott.ssa Tiziana Ceol,
coordinatrice pedagogica della scuola dell’infanzia di Tesero, intervenuta poi anche alla conferenza del giovedì mattina per meglio approfondire le fasi relative alla ideazione del progetto „Robobimbi“ e alla robotica creativa.
La visita a Tesero ha dato la possibilità ai componenti del gruppo, approfittando di una bellissima giornata di sole, di godere del magnifico paesaggio delle Dolomiti, in particolare durante l’esplorazione dell’aula nel bosco, il bosco di Montebello, un posto speciale dove i bimbi si immergono totalmente nella natura e dove vi è uno scambio e un incontro con le
numerose associazioni di volontariato appartenenti alla comunità, che hanno contribuito alla realizzazione delle installazioni e delle postazioni gioco presenti.
A seguire, nel corso del pomeriggio, si è avuta la possibilità di conoscere due differenti realtà trentine del settore della prima e della seconda infanzia: l’asilo nido “Part Time” di Roncafort, gestito dalla Cooperativa Pro.Ges.Trento e la scuola dell’infanzia provinciale “G.
Rodari” di Trento dove gli ospiti tedeschi e spagnoli hanno potuto confrontarsi, grazie alle spiegazioni delle operatrici, con il reale funzionamento e l’organizzazione generale delle strutture.
E’ stata inoltre effettuata una visita presso la Casa Editrice “Erickson”, esperienza che ha permesso, grazie all’accompagnamento del dott. Francesco Zambotti, Responsabile Area Educazione, di comprendere gli strumenti che si stanno sviluppando sia dal punto di vista
teorico che pratico sull’ampio tema della digitalizzazione degli strumenti educativi in età evolutiva.
Gli interventi della terza giornata sono stati dedicati alla riflessione rispetto alle implicazioni neurocognitive e pedagogiche dell’utilizzo di strumenti digitali nella prima e seconda infanzia.
Ad inizio mattinata la coordinatrice pedagogica, Tiziana Ceol, ha illustrato tutte le fasi del progetto „Robobimbi“, a partire dalla iniziale collaborazione con le ricercatrici della Fondazione Bruno Kessler, Ornella Mich e Alessandra Potrich. Il progetto è stato supportato e seguito anche dalla dott.ssa Camilla Monaco, responsabile dell’Unità specialistica
Ricerca e Formazione della Federazione Provinciale Scuole Materne di Trento, assente però alla conferenza. Si tratta di un progetto pilota che introduce la robotica educativa in alcune scuole dell’infanzia associate alla Federazione, a sostegno della scoperta del mondo della robotica e del coding. La robotica educativa è un mezzo efficace e allo stesso tempo
divertente per iniziare a sviluppare pensiero computazionale e competenze digitali. La Bee-Bot ne è stato l’esempio: un robot educativo a forma di ape che si programma „on-board“ per muoversi nello spazio.
Nel successivo intervento, il dott. Luca Pieri, psicologo e dottorando presso il Dipartimento di Neuropsicologia e Neuroscienze cognitive del Dipartimento MIBTEC (Department of Psychology Mind and Behavior Technological Center) dell’Università di Milano-Bicocca, ha evidenziato gli aspetti positivi legati alle nuove tecnologie digitali relativamente alle loro
applicazioni nell’ambito della valutazione cognitiva e della diagnostica in neuropsichiatria infantile. L’uso di applicazioni su tablet touch screen, nella valutazione neuropsichiatrica, agevola e permette una diagnosi precoce ad esempio nei casi di disturbi dello spettro autistico, ovvero intorno ai due anni, contro i 3,5 di media nel caso di un approccio clinico classico. In generale, laddove non vi sia ancora alfabetizzazione, gli strumenti digitali
permettono di individuare eventuali difficoltà cognitive o neuromotorie anche in età prescolare in assenza di letto scrittura. I digital media trovano inoltre un’applicazione nella riabilitazione e nel potenziamento o training cognitivo attraverso i cosiddetti serious games, i quali, facendo leva sul sistema attentivo (il modello motivazione/prestazione e il circuito del
reward, ossia della ricompensa), possono stimolare positivamente l’apprendimento e migliorare così le performance. Vi sono serious game che implementano, singolarmente, le funzioni esecutive (attenzione visuo-spaziale, memoria di lavoro, concentrazione, ecc.) e che trovano applicazione ad esempio per i bambini con ADHD (iperattività e deficit di
attenzione), ed alcuni sembrano essere promettenti anche per l’acquisizione di abilità motorie. Come tutti i videogames, anche questi non si sottraggono al pericolo di indurre dipendenza per cui richiedono sempre tempi contingentati e supervisione da parte dell’adulto.
Il dott. Matteo De Tommaso, assegnista di ricerca presso il CIMEC (Centro
Interdipartimentale Mente e Cervello) dell’Università di Trento, ha tenuto una relazione su quello che sino ad oggi è stato pubblicato rispetto all’uso dei digital media (Tv, tablet, smartphone, pc) e agli effetti che questi dispositivi possono avere sullo sviluppo cognitivo dei bambini. Come punto di partenza si tengano presenti alcuni dati su cui riflettere: nel
mondo i tweens (bambini dagli 8 ai 12 anni) trascorrono mediamente 6 ore a contatto con i digital media, i teens (adolescenti tra i 13 e i 18 anni) ne passano circa 9. L’uso/abuso delle tecnologie può influenzare lo sviluppo del sistema nervoso anche se, relativamente all’età 0-6, vi è meno letteratura scientifica disponibile e, certamente, sono richiesti ulteriori studi
longitudinali per meglio comprendere in che misura e in che modo i digital media impattano sul neurosviluppo. Alcuni studi già evidenziano però effetti sfavorevoli anche in questa fascia di età sulle funzioni esecutive, ovvero quel set di capacità attentivo-regolatorie che regolano i processi di pianificazione, che permettono di attivare strategie di problem solving
e di flessibilità cognitiva, di inibire risposte improprie, di correggere gli errori o di modificare la risposta. L’intrusione della tecnologia nelle stesse interazioni parentali è un problema talmente pervasivo (Technoference, tecnologia + interferenza) che troppo spesso interrompe l’interazione interpersonale genitori-figli, compromettendo l’abilità dei bambini di
controllare la propria attenzione e/o la propria emotività e quindi interferendo con le funzioni esecutive. Anche i social media, utilizzati dai più grandi possono impattare sulle funzioni esecutive. A conclusione dell’intervento, una frase di forte impatto ”our kids are walking
around with slot machines in their pockets”, ci ha ricordato come vi siano, tra preadolescenti ed adolescenti, comportamenti problematici in aumento circa la diffusione del gioco d’azzardo online o l’abuso di contenuti pornografici, tali da essere chiamate dipendenze senza sostanza (drug-free addictions) e PPU (problematic porn use). Ci sono Paesi in cui il
fenomeno riguarda già bambini preadolescenti, contestualmente con l’abbassamento dell’età in cui i bambini ricevono dispositivi smartphone o tablet.
Ha concluso la mattinata l’intervento del prof. A. E. Colombi, docente di Pedagogia e didattica dei media, Tecnologie per l’inclusione educativa (Libera Università di Bolzano), che ha aiutato il pubblico presente a porsi in atteggiamento critico rispetto all’uso del digitale per intrattenere o educare durante i primi anni di vita. E’ stata evidenziata in particolare la
semplificazione dei processi di apprendimento, che comporta una riduzione importante nella ricchezza e nella complessità degli stimoli ricevuti, fondamentali invece per una maturazione a tutto tondo e per lo sviluppo delle effettive potenzialità della mente umana.
Tutti gli interventi dei relatori sono stati tradotti nelle tre lingue di progetto: tedesco, spagnolo e italiano. Delle traduzioni dall’italiano al tedesco si è occupata, oltre che la coordinatrice di progetto, la dott.ssa Tatiana Arrigoni, referente per l’Educazione Civica e alla Cittadinanza dell’Iprase.
Al termine degli interventi c’è stato ancora spazio per le domande e per un momento di dibattito, segno dell’interesse e delle numerose questioni anche etiche sollevate dal tema trattato.
L’aspetto maggiormente valorizzato dal progetto e che ne testimonia l’elevata qualità è sicuramente lo scambio culturale, linguistico, umano e professionale, che è anche tra gli obiettivi principali dell’Erasmus+, che non possono prescindere dalla cornice europea all’interno della quale il “Kita digital” si pone.
Questi aspetti non arricchiscono solo i partecipanti appartenenti agli enti partner, ma rappresentano gli scopi principali degli studenti e delle studentesse che, in futuro, decideranno di trascorrere un periodo di soggiorno all’estero per svolgere il tirocinio professionalizzante.